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SISTEMI DI PROTEZIONE

tabelle di declassamento in funzione della temperatu-
ra ambiente. Proponiamo quindi una completa serie 
di fusibili, sia cilindrici di grandezza 10x38 che di 
tipo NH, progettati e realizzati secondo la norma 
IEC 60269-6. Tali fusibili sono disponibili con cor-
renti nominali che spaziano da 1A fino a 500A. Essi 
assicurano un efficace funzionamento con correnti 
continue che possono giungere fino a 1100V DC. In 
combinazione con i fusibili sono ovviamente stati poi 
sviluppati appositi portafusibili in grado di ospitarli. 
Tali portafusibili sono disponibili nelle versioni unipo-
lare e bipolare per fusibili cilindrici 10x38, e nella 
versione unipolare per i fusibili NH. La combinazione 
proposta fusibili-portafusibili risulta quindi essere la 
soluzione ideale per progettisti ed installatori, sia per 
gli elevati parametri elettrici a cui essa può operare 
senza problemi, sia per le dimensioni decisamente 
contenute, sia per il prezzo estremamente competi-
tivo.

La protezione dalle sovratensioni

In generale, l’ampia superficie e l’esposizione agli 
agenti atmosferici degli impianti fotovoltaici compor-
ta rilevanti rischi derivanti sia alla fulminazione diret-
ta (struttura direttamente colpita da fulmine), che dal-
la fulminazione indiretta (fulmine che si abbatte nelle 
vicinanze). Inoltre, la durata garantita dell’impianto 
di 20 anni e l’elettronica sensibile dell’inverter porta 
alla necessità di considerare molto attentamente la 
protezione dell’impianto dai fulmini e dalle sovraten-
sioni. A peggiorare le cose, interviene il fatto che 
le conseguenze delle scariche sul generatore fotovol-
taico possono avere ripercussioni sull’intero impianto 
elettrico del fabbricato al quale l’impianto fotovol-
taico è connesso, ed è quindi importante che, nella 
valutazione dell’investimento relativo alla realizza-
zione di un impianto fotovoltaico, siano presi in con-
siderazione eventuali rischi di perdite economiche, 

a causa di disservizi e fermi di produzione dovuti 
alle sovratensioni. In questo documento viene consi-
derata solo la protezione secondaria dell’impianto 
fotovoltaico, cioè quella dalle fulminazioni indirette, 
senza considerare la necessità o meno che l’impianto 
debba disporre di una protezione primaria di prote-
zione dalle scariche dirette dei fulmini, normalmente 
realizzata con un apposito impianto di parafulmine 
(LPS). Ci concentreremo quindi sulla protezione dalle 
sovratensioni, che si realizza normalmente con dei 
limitatori di sovratensione, identificati con l’acroni-
mo SPD (dall’inglese Surge Protective Device). Per 
quanto riguarda la protezione dalle sovratensioni 
del lato in corrente continua (DC) dell’impianto fo-
tovoltaico, normalmente si utilizzano dei limitatori di 
sovratensione di classe II. E’ importante considerare 
che ogni ingresso DC dell’inverter va protetto con 
un suo proprio limitatore di sovratensione, quindi nel 
caso di inverter dotati di più inseguitori MPP, risulta 
necessario prevedere l’utilizzo di un numero di limi-
tatori uguale a quello degli inseguitori. La norma CEI 
82-25 prescrive che i limitatori vadano posti “su ogni 
singola stringa, oppure a valle del parallelo delle 
stringhe”. Essi si pongono normalmente a valle del 
parallelo delle stringhe, e sempre comunque a valle 
dei fusibili. Il funzionamento ideale di un limitatore di 
sovratensione è molto semplice. In assenza di sovra-
tensione nessuna corrente deve circolare attraverso 
la protezione, esso agisce quindi come un circuito 
aperto, mantenendo un totale isolamento tra i condut-
tori attivi e la terra. All’apparire di una sovratensione 
che superi la soglia di tensione ammissibile per l’im-
pianto da proteggere, la protezione deve diventare 
rapidamente conduttrice deviando a terra la corren-
te dovuta alla sovratensione, e limitando la stessa 
a valori accettabili (livello di protezione Up). Natu-
ralmente tutto ciò deve avvenire in tempi ridottissimi 
(addirittura pochi nanosecondi), al fine di proteggere